CPS Company affronta i cambiamenti congiunturali e strutturali che stanno interessando il comparto, elaborando nuove strategie e soluzioni.

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Il settore tissue, come tanti, risente delle problematiche legate alla crisi energetica, all’approvvigionamento delle materie prime e ai costi legati alla logistica.

Tra le strategie che CPS Company ha deciso di portare avanti c’è quella di provare a sganciarsi dalla logica della produzione a commessa. Programmare il lancio di macchine che non sia già associato a un ordine comporta ingenti impegni finanziari e logistici ma, percorrendo questa nuova strategia, il rischio di ritardi viene meno e si superano di fatto anche i problemi legati alla reperibilità dei materiali.

Enrico Rubbini, direttore commerciale di CPS Company di Cassoli Group, racconta come la ricetta seguita dall’azienda sia quella di non lanciare più macchine complete e finalizzate, ma di realizzare componenti comuni a modelli diversi di macchine che richiedono una componentistica affine. Questo consente di comprare la componentistica in anticipo, di risolvere il problema della disponibilità e di assemblarla prima di avere un ordine definitivo.

Inoltre CPS Company s’impegna a completare le singole macchine solo una volta ricevuto l’ordine. Così facendo viene garantita la capacità di personalizzare e modificare i modelli di base assorbendo in questo modo anche i ritardi causati dalla mancanza delle parti meccaniche, elettriche ed elettroniche.

Altro elemento strategico adattato da CPS Company è quello di tenere sempre molto alto l’interesse verso i nuovi materiali d’imballo: c’è chi cerca nuove strutture eco-compatibili (polimeri biodegradabili e cellulosici), chi invece desidera usare meno materiale per l’involucro, c’è chi sceglie di semplificare l’imballo optando per uno solo che faccia sia da primario sia da secondario.

In periodo di crisi l’interesse verso i materiali eco-compatibili più costosi dovrebbe calare; invece, le aziende coraggiose ed economicamente forti approfittano del momento per cercare di guadagnare quote di mercato sfruttando la sensibilità ambientalista.

Molte aziende sperimentano materiali diversi, anche più costosi, compensando con la riduzione dei volumi di produzione.