Al Parlamento europeo raggiunto l’accordo provvisorio sulla gestione dei rifiuti da imballaggio, che promuove il riciclo e limita l’uso di sostanze dannose. L’Italia ha espresso voto contrario.

UN ACCORDO PER FAVORIRE L’ECONOMIA CIRCOLARE NEGLI IMBALLAGGI

I rappresentanti del Parlamento europeo, della presidenza belga del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione hanno raggiunto a Bruxelles un primo accordo sul progetto di regolamentazione degli imballaggi e dei relativi rifiuti.

 Il principale obiettivo di questo regolamento – che per entrare in vigore necessita dell’adozione formale da parte della UE – è contrastare l’incremento dei rifiuti derivanti dagli imballaggi all’interno dell’Unione europea, promuovendo l’economia circolare.

Alla base di questo approccio c’è il riuso e il riciclo degli imballaggi al fine di reintrodurli sul mercato dopo il loro utilizzo iniziale, anziché relegarli tra i rifiuti, e garantire una armonizzazione del mercato interno degli imballaggi del settore.

Tra i soggetti che hanno espresso perplessità sull’accordo figura anche il governo italiano che avrebbe voluto ottenere deroghe su alcuni obiettivi per il riuso degli imballaggi e per l’abolizione di alcuni divieti sugli imballaggi in plastica monouso.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

La proposta di regolamento prevede che tutti gli imballaggi siano realizzati con materiali riciclabili e che la presenza di sostanze nocive per la salute e l’ambiente sia ridotta al minimo. Inoltre, introduce norme di standardizzazione dell’etichettatura per migliorare l’informazione dei consumatori.

In conformità con il principio della “gerarchia” dei rifiuti, sancito dalla legislazione dell’Unione europea sin dal 2008, le nuove disposizioni mirano a ridurre drasticamente la produzione di rifiuti nel settore degli imballaggi. Ciò comporta che gli operatori economici debbano minimizzare l’uso di imballaggi, stabilendo obiettivi vincolanti per il riutilizzo e limitando l’uso di imballaggi monouso, soprattutto quelli in plastica. Inoltre, viene confermato il mantenimento degli obiettivi minimi di riciclaggio, mantenendo così la continuità con le politiche adottate in passato.

Il testo dell’accordo preliminare mantiene la maggior parte dei requisiti di sostenibilità per tutti gli imballaggi che entrano sul mercato, insieme ad altri traguardi delineati dalla Commissione.

Persistono gli obiettivi globali di riduzione degli imballaggi immessi sul mercato: del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, con un’attenzione speciale alla riduzione dei rifiuti derivanti dagli imballaggi in plastica.

Inoltre, è stata introdotta una restrizione in merito gli imballaggi destinati al contatto con alimenti contenenti i cosiddetti Pfas (circa 4.700 sostanze definite ‘inquinanti eterni’). La Commissione è stata incaricata di valutare la necessità di modificare questa restrizione entro quattro anni dall’entrata in vigore del regolamento.

Il testo concordato stabilisce nuovi obiettivi vincolanti per il riutilizzo degli imballaggi entro il 2030 e obiettivi indicativi entro il 2040 che variano in base alla tipologia di imballaggi utilizzati dagli operatori. Entro il 2030, per esempio, è richiesto il riutilizzo di almeno il 10% degli imballaggi per bevande alcoliche e analcoliche (escludendo alcune categorie specifiche), mentre altri goals di riutilizzo sono definiti per gli imballaggi destinati al trasporto e alla vendita e per gli imballaggi raggruppati. Gli imballaggi in cartone, in generale, sono esentati da tali obblighi di riutilizzo.