Nonostante l’incremento dei prezzi delle materie prime e le tensioni geopolitiche, ci sono segnali positivi di crescita nella produzione e nei profitti. Tuttavia, persistono preoccupazioni riguardo alla domanda estera e alle condizioni economiche nazionali ed europee.
PROSPETTIVE DI MIGLIORAMENTO
Alla fine del 2023, la produzione di carta e cartone in Italia ha raggiunto circa 7,5 milioni di tonnellate (registrando una diminuzione dei volumi del 14% rispetto al 2022), con un fatturato in calo del 27%.
Tuttavia, le prospettive per il settore nel primo trimestre del 2024 indicano un leggero miglioramento rispetto ai trimestri precedenti.
La riduzione dei volumi prodotti nel 2023 è stata causata principalmente dalla debolezza della domanda di carta e cartone. Per esempio, la produzione di carte e cartoni per packaging è diminuita del 10,2%, pur rimanendo vicina ai livelli pre-pandemici. Anche la produzione di carte per usi igienico-sanitari è diminuita del 2,3%, mentre quella per usi grafici e altre specialità ha registrato riduzioni più significative, rispettivamente del 34,3% e del 19,6%.
Nonostante ciò, il tasso medio di utilizzo della carta da riciclare è aumentato al 67% rispetto al 62% del 2022, a dispetto di una diminuzione del consumo di carta da riciclare del 7%.
Nel settore del packaging, l’85% della carta viene riciclata.
SEGNALI DI OTTIMISMO
L’indagine condotta a fine dicembre sulle prospettive per il primo trimestre del 2024 mostra uno scenario ottimistico, tranne che per la domanda estera.
Per quanto riguarda la domanda e gli ordini interni, la percentuale di pessimisti nel campione è ora del 19,4% (rispetto al 30,6% a fine settembre e al 22,6% a fine giugno), mentre gli ottimisti sono al 16,7%.
La situazione è più chiara per la produzione, con il 27,8% degli intervistati che prevede un aumento (rispetto al 5,6% e al 3,2% nelle due rilevazioni precedenti), mentre solo l’8,3% prevede una riduzione (rispetto al 25% e al 19,4% a fine settembre e fine giugno).
Anche per quanto riguarda il fatturato, si registra un bilancio moderatamente positivo, con il 22,2% del campione che prevede un miglioramento (rispetto al 5,6% a fine settembre e al 3,2% a fine giugno), mentre il 19,4% si aspetta peggioramenti (rispetto al 35,5% e al 41,7% nelle indagini precedenti).
Questo nonostante i forti aumenti dei prezzi delle materie prime. Per esempio, a gennaio 2024, i prezzi della fibra corta sono aumentati del 68% e quelli della fibra lunga del 61% rispetto ai livelli pre-aumento.
Mentre il costo del gas rimane stabile ma elevato rispetto ai concorrenti, soprattutto al di fuori dell’UE, i prezzi delle quote di CO2, soggetti a speculazione finanziaria, raggiungono i 61€ per tonnellata a febbraio 2024 (rispetto ai 54€ nel 2021 e ai 25€ nel biennio 2019-2020).
Il quadro rimane critico per quanto riguarda la domanda estera. Le preoccupazioni delle cartiere si concentrano sul complesso scenario macroeconomico nazionale ed europeo e sull’inflazione che, pur rallentando, continua a influenzare il potere d’acquisto dei clienti delle cartiere, le cui finanze sono compromesse dalla difficoltà di accesso al credito per le imprese.
I rischi legati alle tensioni geopolitiche, in particolare la crisi più recente nel Mar Rosso che sta influenzando costi e tempi di trasporto, potrebbero portare a un aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, attualmente in diminuzione, con gravi conseguenze sull’attività di settori ad alta intensità energetica come quello cartario e sulla già precaria competitività dei suoi prodotti.